Tuesday, June 6, 2006

Storia Famiglia Giustinian o Giustiniani

GIUSTINIAN o GIUSTINIANI (Venezia, Genova, Roma)




Origine


I Giustinian o Giustiniani furono una nobile casata veneziana, ascritta al patriziato fra le cosiddette famiglie evangeliche. Diedero un doge alla Serenissima.



Secondo una tradizione, le origini della famiglia Giustiniani sarebbero da ricercare nella Gens Anicia, una antica gens romana. Secondo un'altra leggenda, I cronisti medievali farebbero risalire questa famiglia dall'imperatore Giustino II, nipote e successore del noto Giustiniano I.


GIUSTINIAN di VENEZIA


Il Beato Niccolò Giustinian - Madonna dell'Orto

Un suo discendente, Giustiniano, nel VII secolo si sarebbe trasferito da Costantinopoli nell'Istria, dove avrebbe fondato Giustinopoli (Capodistria), quindi a Malamocco e infine a Venezia. Nicolò Giustinian, monaco a San Nicolò del Lido, fu protagonista di una vicenda particolare. Nel 1171 tutti gli individui di sesso maschile della famiglia erano morti durante la guerra contro l'imperatore bizantino Manuele I Comneno. Questo portò papa Alessandro III a dispensarlo dal voto di castità, permettendogli così di sposare la figlia del doge Vitale II Michiel, Anna, al fine di evitare l'estinzione della famiglia. La coppia ebbe figli, ma in seguito Nicolò tornò nel monastero, mentre Anna prese i voti ed entrò nel convento di Sant'Ariano di Costanziaco, da lei stessa fondato.

I Giustinian Lolin furono un ramo di questa famiglia residente a San Barnaba. Giovanni Giustinian Lolin ne fu il capostipite: nato da Franceschina Lolin e da Francesco Giustinian, mantenne entrambi i cognomi.

I Giustinian Recanati furono un altro ramo del casato: comparvero nel secolo XVIII a seguito del matrimonio (celebrato nel 1712) tra Laura Recanati Zucconi e Giacomo di Marcantonio Giustinian. La nobildonna Laura, infatti, si ritrovò unica erede della propria famiglia, i Recanati Zucconi, alla morte del di lei fratello Antonio, frate cappuccino[2]. La loro discendenza assunse quindi il cognome di "Giustinian Recanati".



Essendosi estinti tutti i rami della famiglia Giustiniani (Giustinian) di Venezia, il cognome e lo stemma sono stati assunti dal barone Gerolamo de Massa (n. a Padova il 21 aprile 1889) e dai suoi figli Sebastiano, Andrea, Nicolò, Pio, Giorgio e Lorenzo e loro discendenti, per disposizione testamentaria della madre Elisabetta Giustiniani (figlia di Giulio Giustiniani ramo di San Barnaba, sorella di Maria Giustiniani sposata Vettor Giusti del Giardino e di Sebastiano Giustiniani, entrambi senza discendenza).



Membri illustri: 
  • Pantaleone Giustinian (primi del XIII secolo-1286), ecclesiastico (di San Giovanni in Bragora)
  • Marco Giustinian (XIII secolo), diplomatico (di San Pantalon)
  • Marco Giustinian (1283-1346), politico e diplomatico (di San Moisè)
  • Nicolò Giustinian (1290 ca.-1370), politico e diplomatico (di San Pantalon)
  • Pancrazio Giustinian (XIV secolo), politico e militare (di Santa Sofia)
  • Pietro Giustinian (primi del XIV secolo-1385), politico (di San Giovanni in Bragora)
  • Taddeo Giustinian (dopo il 1308-1383), politico e militare (di San Moisè)
  • Marco Giustinian (1320 ca.-1380 ca.), politico e diplomatico (di San Cassiano)
  • San Lorenzo Giustinian, nato Giovanni (1381-1456), vescovo (di San Moisè)
  • Leonardo Giustinian (1388 – 1446) politico e umanista
  • Orsotto Giustinian (1394-1464), politico e letterato
  • Beata Euphemia Giustiniano (1408-1487) abbadessa di monastero di Monache Benedettine- Chiesa della Santa Croce della Giudecca vulgo della Croce.
  • Bernardo Giustinian (1408-1489), politico, diplomatico e letterato
  • Sebastiano Giustinian (1459-1542), politico e diplomatico
  • Antonio Giustinian (1466-1524), politico e diplomatico (di San Pantalon)
  • Nicolò Giustinian (1472-1551), politico e diplomatico (di San Pantalon)
  • Tommaso Giustinian, nato Paolo (1476-1528), ecclesiastico
  • Marino Giustinian (1491-1542), politico e diplomatico
  • Pietro Giustiniani (1497-1576), politico e storico (di San Barnaba)
  • Giovanni Giustinian (1501-1557) letterato e drammaturgo
  • Francesco Giustinian (1508-1554), diplomatico (di San Pantalon)
  • Pietro Giustiniani (1510 circa-1572), comandante del contingente dei Cavalieri di Malta durante la battaglia di Lepanto
  • Marcantonio Giustinian (1516-1571), stampatore
  • Giustiniano Giustinian (1525-1596), politico (di Santi Apostoli)
  • Orsatto Giustinian (1538-1608), politico e letterato (di Negroponte)
  • Marco Giustinian (1549-1581), politico e diplomatico (di Calle delle Acque)
  • Giorgio Giustinian (1572-1629), politico e diplomatico (di San Moisè)
  • Giovanni Giustinian (1600-1652), politico e diplomatico (di Santa Croce)
  • Girolamo Giustinian (1619-1656), politico e diplomatico (delle Budelle d'Oro)
  • Marcantonio Giustinian (1619-1688), doge (delle Budelle d'Oro)
  • Francesco Giustinian (1628-1660), diplomatico
  • Ascanio detto Giulio Giustinian (1640-1715), politico e diplomatico (di San Stae)
  • Paolo Francesco Giustinian, nato Giulio Ascanio (1715–1789), arcivescovo
  • Girolamo Ascanio Giustinian (1721-1791), politico e diplomatico (di Calle delle Acque)
  • Giambattista Giustinian (1816–1888), politico

Palazzi e Dimore
  • Palazzo Giustinian a Venezia.
  • Villa Giustiniani - Vanzo di San Pietro Viminario (PD)
  • Villa Giustinian a Portobuffolè (TV)



GIUSTINIAN di GENOVA



I Giustiniani furono un importante albergo genovese, nato nel 1362 dall'aggregazione delle famiglie che costituivano la Maona di Chio, associazione commerciale incaricata dell'amministrazione dell'isola di Chionel Mar Egeo. Tra i diversi esponenti illustri compaiono letterati, cardinali e otto dogi della Repubblica di Genova.


Storia

Secondo una tradizione, le origini della famiglia Giustiniani sarebbero da ricercare nella Gens Anicia, una antica gens romana. Secondo un'altra leggenda, famosa ma senza riscontri storici, sia i Giustiniani genovesi che l'omonima famiglia veneziana discenderebbero invece dall'imperatore bizantino Giustino II, nipote di Giustiniano I.


I Giustiniani mantennero, con diverse fortune, il controllo di Chio fino al 1566. Per quasi due secoli godettero del titolo di signori dell'isola, potevano battere moneta e gestirono il monopolio del commercio del mastice estratto dal lentisco e dell'allume, oltre al commercio di sale, vino, seta e altre merci provenienti dal vicino oriente. Storicamente i Giustiniani genovesi nacquero come aggregazione di alcune famiglie che nel 1347 (o nel 1349 secondo altre fonti) erano state incaricate dal governo genovese dello sfruttamente dell'isola di Chio e delle vicine Cos, Samo, Icaria e Focea. Tali famiglie formarono un'associazione commerciale detta maona e nel 1362 decisero di associarsi in albergo e adottare Giustiniani come appellativo comune. Tale nome deriverebbe dal palazzo Giustiniani, la dimora genovese dove erano soliti riunirsi, forse in precedenza di proprietà della famiglia Giustiniani veneziana. I membri della prima maona Giustiniani furono Nicolò de Caneto da Lavagna, Giovanni Campi, Francesco Arangio, Nicolò di San Teodoro, Gabriele Adorno, Paolo Banca, Tommaso Longo, Andriolo Campi, Raffaello de Forneto, Luchino Negro, Pietro Oliverio e Francesco Garibaldi. Successivamente Caneto, Arangio e San Teodoro lasciarono la società e al loro posto entrarono Frogosi, Recanelli e Rocca.

Il 14 aprile 1566 Chio fu attaccata e conquistata dai turchi. Diversi notabili dell'isola furono catturati, i loro figli presi in ostaggio e diciotto di essi giustiziati. Tra i Giustiniani superstiti molti tornarono a Genova mentre altri si trasferirono a Roma, a Napoli o in altre città. Alcuni coloni rimasero infine a Chio e sull'isola è ancora presente il cognome Giustiniani e sue varianti.
A Roma, dove già risiedeva il cognato cardinale Vincenzo, si trasferì in particolare Giuseppe Giustiniani che divenne ben presto, grazie alle sue grandi ricchezze, uno dei banchieri più in vista della città. Tra i suoi figli, Benedetto divenne cardinale mentre Vincenzo fu un importante collezionista d'arte. A Roma Giuseppe acquistò il palazzo ora utilizzato come residenza del Presidente del Senato della Repubblica.

Anche durante il periodo della dominazione di Chio i Giustiniani mantennero legami molto forti con Genova, partecipando attivamente alla vita politica della città e imparentandosi con le altre grandi famiglie nobiliari, pur cercando di mantenersi neutrali nel caso di lotte tra fazioni avversarie. Appartennero ai Giustiniani otto dogi della Repubblica di Genova e un gran numero di senatori e magistrati.

A Genova ai Giustiniani sono dedicate una delle principali via del centro storico, antica direttrice cittadina che collega Piazza San Giorgio e Piazza Ferretto e sulla quale si affacciavano molto palazzi di proprietà della casata e delle famiglie associate, una piazzetta che si apre a metà della precedente via, circondata su due lati dal Palazzo Marcantonio Giustiniani e su cui affaccia anche Palazzo Vincenzo Giustiniani Banca, entrambi palazzi dei rolli, e un vicolo che collega Via San Bernardo a Piazza Embriaci.
A Roma vi sono una via dei Giustiniani di fronte al palazzo di Giuseppe Giustiniani e una piazza dedicata al cardinale Orazio Giustiniani.


Arma



L'arma della famiglia era "di rosso al castello fortificato di tre torri, quella di mezzo più alta: il tutto d'argento, al capo d'oro alla aquila nascente coronata di nero". L'aquila imperiale fu aggiunta nel 1413 con il permesso dell'imperatore Sigismondo, che aveva nominato Francesco Campi Giustiniani, ambasciatore presso la sua corte, conte Palatino.

Giustiniani di Bassano


Un ramo della famiglia Giustiniani si insediò a Roma ove ottenne il titolo di principe di Bassano Romano:
  • Andrea (1605 - 1676), I principe di Bassano
  • Carlo Benedetto (1649 - 1679), II principe di Bassano
  • Vincenzo (1673 - 1754), III principe di Bassano
  • Girolamo Vincenzo (1714 - 1757), IV principe di Bassano
  • Benedetto (1735 - 1793), V principe di Bassano
  • Vincenzo (1762 - 1826), VI principe di BassanoEstinzione della casata

Giustiniani Bandini


All'estinzione della casata principale, il titolo principesco ed i possedimenti vennero reclamati dalla famiglia Bandini, marchesi di Lanciano, nella persona di don Sigismondo figlio di Cecila e nipote di Vincenzo, VI principe di Bassano. Questi ottenne nel 1863 con breve pontificio di poter inquartare il proprio stemma di famiglia a quello dei Giustiniani, assumendo la qualifica di principe sul cognome.
  • Sigimsondo (1818-1908), I principe Giustiniani Bandini
  • Carlo (1862-1941), II principe Giustiniani Bandini
  • Giuseppe (1896-1916), nobile romano --> Estinzione della casata

Personaggi illustri


Tra i membri illustri della famiglia Giustiniani è possibile ricordare
  • Agostino Giustiniani (1470-1536), vescovo e autore di annali della Repubblica di Genova
  • Alessandro Giustiniani (1778-1843), cardinale
  • Alessandro Giustiniani Longo (1554-1631), doge della Repubblica di Genova tra il 1611 e il 1613
  • Andreolo Giustiniani (1385-1456), antiquario e scrittore
  • Benedetto Giustiniani (1554-1621), cardinale
  • Brizio Giustiniani (1713-1778), doge della Repubblica di Genova tra il 1775 e il 1777
  • Francesco Giustiniani Garibaldo (1336-1408), doge della Repubblica di Genova nel 1393
  • Giannandrea Giustiniani Longo (1494-1554), doge della Repubblica di Genova tra il 1539 e il 1541
  • Giovanni Agostino Giustiniani Campi (1538-1613), doge della Repubblica di Genova tra il 1591 e il 1593
  • Giovanni Antonio Giustiniani (1676-1735), doge della Repubblica di Genova tra il 1713 e il 1715
  • Giovanni Giustiniani Longo (1418-1453), condottiero
  • Luca Giustiniani (1586-1651), doge della Repubblica di Genova tra il 1644 e il 1646
  • Orazio Giustiniani (1580-1649), cardinale
  • Paolo Giustiniani Moneglia (1506-1586), doge della Repubblica di Genova tra il 1569 e il 1571
  • Pier Giuseppe Giustiniani ( - 1651), poeta
  • Pompeo Giustiniani (1569-1616), condottiero
  • Vincenzo Giustiniani (cardinale) (1516-1582), cardinale
  • Vincenzo Giustiniani (marchese) (1564-1637), banchiere e collezionista d'arte

Le residenze

Palazzo Marcantonio Giustiniani a Genova

Tre le residenze genovesi appartenute ai Giustiniani si ricordano
  • Palazzo Alessandro Giustiniani: situato in via San Bernardo nel centro storico cittadino, fu inserito tra i Rolli degli alloggiamenti pubblici nel 1599, quando era di proprietà di Alessandro Giustiniani.
  • Palazzo Marcantonio Giustiniani: situato in Piazza Giustiniani 6 a Genova, fa parte dei palazzi iscritti all'elenco dei Rolli degli alloggiamenti pubblici. Deve il nome al nobile genovese che lo ingrandì e ristrutturò tra il XVII e il XVIII secolo.
  • Palazzo Vincenzo Giustiniani Banca: fatto costruire dal cardinale Vincenzo Giustiniani, fa parte dei palazzi di Rolli.
  • Villa Giustiniani-Cambiaso: fu costruita nel 1548 dal nobile Luca Giustiniani, padre del doge Alessandro Giustiniani Longo, che ne affidò il progetto all'architetto perugino Galeazzo Alessi. Passò in seguito alla famiglia Cambiaso e dal 1921 è sede della facoltà di ingegneria dell'Università di Genova.

Tra le residenze romane è possibile citare
  • Palazzo Giustiniani: acquistato nel 1590 da Giuseppe Giustiniani arrivato a Roma dopo aver lasciato Chio, rimase di proprietà della famiglia fino al 1859. È oggi la residenza del Presidente del Senato della Repubblica.
  • Villa Giustinian Maccan di Portobuffole, del 1600 venne fatta costruire dai Cellini, nobile famiglia toscana, ma passò molto presto ai Giustiniani.
  • Villa Giustiniani Massimo: fu costruita nel 1605 dal marchese Vincenzo Giustiniani, che vi conservò le proprie collezioni d'arte.
  • Villa Giustiniani Odescalchi fu costruita dal marchese Vincenzo Giustiniani a Bassano Romano


Refrenze:
https://it.wikipedia.org/wiki/Giustinian
Alessandro Augusto Monti Della Corte, Armerista bresciano, camuno, benacense e di Valsabbia, Brescia, Tipolitografia Geroldi, 1974.
Recanati - Dizionario Storico-Portatile Di Tutte Le Venete Patrizie Famiglie
Dec. Presidenza - provvisoria - della Repubblica 6 nov. 1947

Storia Famiglia Floriani

FLORIANI 
Blasone della famiglia Floriani o Floriano. Fonti: "Armorial Général par J.B.Rietstap - Deuxième èdition refondue et augmentée - Tome I A-K" p. 682; "Archivio storico" di Heraldrys Institute of Rome.


Origine  

Antica famiglia di Foligno, detta Floriani o Floriano, al cui patriziato era ascritta, sin dal 1440, propagatasi, nel corso dei secoli, in diverse regioni d'Italia. Di Pietro Paolo Floriani, dottore assai rinomato, il quale era stato Podestà di Perugia e di Rieti e che, nel 1531, era stato creato Conte Palatino, con tutti i suoi discendenti, esisteva in Foligno, nella Chiesa di San Francesco, un'iscrizione sepolcrale, assai onorevole. Di Flavio Floriani, figlio del precedente, sappiamo che occupò l'onorevole impiego di Uditore di Ruota in Perugia ed in Firenze, e che cessò di vivere nel 1593, dopo aver pubblicato alcuni poemetti nella toscana e latina lingua, oltre che un Commentario Legale. Lo Jacobili, inoltre, ci attesta che il detto Flavio possedeva una bellissima abitazione nella Compagnia della Croce, probabilmente, ove poi è stato eretto il maestoso Palazzo della Nobil famiglia Giusti. 

La famiglia levò per arme: Partito; nel primo d'oro all'aquila spiegata di nero sormontata da una corona imperiale al naturale; nel secondo troncato; a. d'azzurro alla cometa d'oro accompagnata nel cantone destro della punta da una stella del medesimo, b. scaccato d'azzurro e d'oro. Cimieri: 1. l'aquila spiegata sormontata dalla corona; svolazzi d'oro e di nero. 2. un fuoco al naturale; svolazzi d'oro e d'azzurro.



Pietro Paolo Floriani, Primo Conte del Sacro Romano Impero 


Figlio di Pompeo e di Claudia Rotelli, Pietro Paolo Floriani nacque a Macerata il 26 Aprile 1585. Dopo un iniziale apprendistato militare effettuato presso Alessandro Pallavicino marchese di Zibello, nel 1608 si recò a Crema. Qui grazie a Giovan Battista del Monte Santa Maria, sodale del padre Pompeo, egli stesso noto ingegnere militare e alto ufficiale pontificio, entrò alle dipendenze del governatore della città di Orazio del Monte. Perfezionò la propria formazione tecnica presso questo “valente cavaliero nelle fortificationi sì come nelle altre scienze”, figlio e discepolo di Guidobaldo Del Monte, uno dei più celebri scienziati del tempo di Galileo. Quell’esperienze fu accresciuta anche grazie ad un suo successivo soggiorno a Pesaro nel 1611 alla corte di Francesco Maria II della Rovere, duca di Urbino. Sposatosi ventunenne con Maria Fedeli, scomparsa nel 1608 dando alla luce la figlia Camilla, già nell’estate del 1612 il Floriani era annoverato tra i gentiluomini di Macerata. Pochi mesi dopo si trasferì in Spagna, stabilendosi a Madrid; qui si valse dell’insegnamento di Giovanni De’ Medici, che tra l’altro lo assistette convalescente dopo una “febbre ardentissima” che l’aveva ridotto in fin di vita.

Nel 1613 Filippo III lo incaricò di recarsi nelle Indie; i progetti da lui presentati in quella missione ricevettero il plauso della corte ma l’impresa non ebbe seguito. Fu successivamente incaricato di esplorare clandestinamente Algeri, rilevarne la pianta e redigere un piano articolato di conquista. Nel 1616 il sovrano spagnolo, presentò Pietro Paolo al governatore di Milano, don Pedro di Toledo, alle prese con la prima guerra di successione per il Monferrato. Egli venne allora indirizzato a don Tommaso Caracciolo, maestro di campo della fanteria napoletana e governatore di San Germano Vercellese: qui si distinse nel 1617, partecipando alla difesa della città di cui restaurò anche le mura. Dopo aver risieduto per un anno a Milano, nonostante l’offerta del re di Spagna di tornare alle sue dipendenze, forse per portare a compimento l’impresa di Algeri, preferì offire la sua opera all’arciduca Leopoldo, fratello dell’imperatore Ferdinando II, che stava affrontando l’insurrezione dei protestanti boemi guidati da Bethlen Gabor, nella prima fase della guerra dei Trent’anni.



Nell’estate del 1619 il Floriani ebbe l’incarico di fortificare Brisach, in Ungheria. Iniziò poi ad operare al seguito delle truppe imperiali, dapprima nella difesa di Pressburg (Bratislava) quindi di Vienna dove fu nominato capitano della legione della guardia cesarea. Ricevette dal governatore della città, Hans Caspar von Stadion, l’ordine di costruire un nuovo baluardo e due ponti levatoi presso la porta d’Ungheria e successivamente provvide a delineare un progetto complessivo per le difese della città. Nell’ottobre del 1620 fu nominato ingegnere nel corpo di artiglieria imperiale; in questa veste partecipò alla presa di Rosemberg (Ròszahegy) e si battè nella famosa battaglia della Montagna Bianca, nei pressi di Praga, l’8 novembre dello stesso anno. Nel 1621, dopo aver lasciato – nonostante le rimostranze del governatore – la direzione dei lavori intrapresi a Vienna, partecipò alla presa di Pisek e di Neuhausel (Ersekujvar). Insignito con decreto imperiale del 21 ottobre 1622 del titolo di conte palatino, nel maggio del 1623, insieme con altri ingegneri militari, fu inviato a Praga minacciata da Bethlen Gabor e dal pericolo di una rivolta interna. Con Baccio del Bianco fece costruire il baluardo di S. Lorenzo sotto la direzione del matematico ed ingegnere fiorentino Giovanni Pieroni con cui aveva già collaborato a Vienna. Assieme a lui nella stessa estate partecipò alla ricostruzione ed al restauro delle piazze di Pressburg e di Altenburg. Entrambe le piazze furono fortificate con l’aiuto del capitano Cristoforo Carcano e di suo fratello, il capitano Felice Floriani, al servizio del Wallenstein. Sempre nel 1623 lavorò alle fortificazioni di Eszstergom e della stessa Ersekujvar.


Con un proclama del I gennaio 1625 l’imperatore stabilì che il Floriani, nominato capitano e sergente maggiore, arruolasse insieme con il governatore di Vienna 3000 fanti tedeschi e 500 corazzieri da inviare al maresciallo Gottfriend Heinrich Conte di Pappenheim al servizio del re cattolico, allora impegnato nel feudo valtellinese in una nuova fase del conflitto che vedeva la casa di Spagna e d’Austria battersi contro le forze della lega capeggiata dalla Francia, postasi a difesa degli interessi dei Grigioni (1624-26).

Il 3 dicembre 1627 grazie alle premure di Federico Savelli e di Alessandro Sacchetti, famiglie a cui era legato il padre, e soprattutto di Paolo Sacchetti, che ne aveva illustrato i meriti militari al papa, il Floriani fu nominato vice castellano di Castel Sant’Angelo a Roma da Taddeo Barberini, nipote del pontefice e governatore della fortezza. Nel frattempo dopo essere ritornato a Macerata, egli proseguì la redazione della sua opera teorica intitolata Diffesa et Offesa delle Piazze pubblicata a Macerata nel 1630 da Giuliano Carboni. Ad essa seguì una seconda edizione postuma comparsa a Venezia nel 1654, per i tipi di Francesco Baba.

Sempre nel 1627 ritornato in patria, egli ebbe l’opportunità di seguire di persona il cantiere di costruzione del suo palazzo sito nell’attuale via Crescimbeni, effettuando al contempo anche alcune perizie, tra cui quella del ponte di Serravalle nei pressi di Camerino, oltre ad un intervento urbanistico nel comune di Caldarola. In novembre passò a seconde nozze con Lucrezia Gardina, vedova di Lorenzo Costa. Dopo essere stato nominato da Carlo Barberini, ingegnere supremo dello Sato della Chiesa e governatore delle armi dell’Umbria, agli inizi del 1629, fu inviato a Ferrara per portare a compimento la cinta muraria e perfezionare con alcune mezzelune la nuova fortezza pentagonale ivi eretta dopo la devoluzione. Più in generale assieme ad altri tecnici militari al servizio della chiesa, Floriani collaborò a vario titolo al rinnovamento delle difese del territorio delle legazioni pontificie, operando tra l’altro anche nel Forte della Stellata. Va probabilmente ascritto a questo periodo il suo progetto, in seguito portato a compimento, per la costruzione a Civitavecchia di una “tenaglia accresciuta di fuora con l’antimurale”, un’opera a corno di grandi dimensioni con una mezzaluna posta davanti a Porta Romana.


Palazzo Floriani – Macerata

A questo stesso periodo può essere fatto risalire anche il suo Discorso della reparatione d’Ancona, Fano, La Cattolica et Rimini, con cui si inseriva a pieno titolo nella politica di revisione e restauro delle fortezze cinquecentesche consolidatasi sotto il pontificato di Urbano VIII. Tra il 1632 e il 1633 durante la legazione del cardinale Pallotta egli fu a Comacchio assieme al suo collaboratore Francesco Guitti con l’incarico di realizzare un canale, dedicato al medesimo legato pontificio, scavato per facilitare il ricambio delle acque nelle valli circostanti.


Il Teatro
Un aspetto ignorato del soggiorno ferrarese del Floriani è il suo coinvolgimento nell’intensa vita teatrale cittadina. Nei lavori della fortezza e in quelli realizzati a Comacchio il Floriani ebbe come assistente il già menzionato Francesco Guitti (1600?-1640), celebre soprattutto per la sua attività di architetto teatrale e scenografo. Due taccuini rinvenuti in archivio, entrambi attribuibili alla mano del Floriani, hanno consentito di poter ricostruire con una certa precisione buona parte dell’apparato scenotecnico di almeno tre spettacoli allestiti dal Guitti tra il 1625 e il 1631. I primi due si riferiscono alle celebrazioni tenute a Parma nel 1628 in onore delle fastose nozze tra il duca Odoardo Farnese e Margherita de’ Medici. Il terzo invece fa capo ad un torneo a piedi con introduzione cantata e recitata intitolato La Contesa, rappresentato a Ferrara durante il carnevale del 1631 per il matrimonio tra Giovan Francesco Sacchetti e Beatrice Estense Tassoni. In quella occasione il medesimo Floriani contribuì all’allestimento della festa cavalleresca a cui tra l’altro partecipò direttamente nei panni di “venturiero”.

Proprio la consuetudine e l’intesa stabile tra Floriani e Guitti, motivarono la redazione di queste carte, scampate all’incuria del tempo e sopravissute al geloso riserbo con cui i tecnici teatrali hanno da sempre custodito le loro realizzazioni, al fine di proteggere con il segreto la meraviglia indotta dai macchinismi da loro stessi ideati.



Part. della pianta della fortificazione di Floriana ( Malta )


La Floriana – Malta




Su proposta del cardinale Francesco Barberini e di Fabio Chigi, futuro Alessandro VII, nel maggio del 1635 il Floriani fu poi incaricato dal papa di rafforzare le difese dell’isola di Malta, per scongiurare la minaccia di un ulteriore assedio turco. Giunto nell’isola nell’ottobre del 1635, accolto dai maltesi come “liberatore” dell’isola dal pericolo degli infedeli, nel suo primo rapporto egli sollecitò il Consiglio dell’Ordine a costruire un nuovo fronte bastionato che sostituisse le fortificazioni erette dal Laparelli nel 1566.



Dopo numerose vicissitudini tra il gennaio e l’aprile 1636 il Floriani, con al seguito l’architetto Francesco Buonamici suo assistente, il nipote Capitano Camillo Compagnoni, un prete come segretario e quattro staffieri, riuscì a tracciare il perimetro e a gettare le fondamenta della nuova fabbrica, che di lì a quattro anni sarebbe stata considerata parzialmente difendibile. Per i suoi meriti egli fu quindi nominato cavaliere gerosolimitano il 22 ottobre 1636, ricevendo per mano del cardinale Francesco Barberini, l’abito di cavaliere di devozione del Sacro Militare Ordine dei Cavalieri Gerosolimitani con una collana e una croce d’oro.


Agli inizi del 1637 dopo un breve soggiorno a Roma e a Macerata, egli fu infine richiamato in servizio a Ferrara, dove morì il 27 Maggio 1638. Come indicato nel suo testamento, fu sepolto insieme al fratello Felice, anch’egli valente ingegnere militare morto in battaglia al servizio del duca di Savoia, nella cappella familiare della chiesa maceratese di S. Croce, distrutta dai francesi nel 1799.


Sua sorella Angiolina Floriani, andò in sposa a Juliano Compagnoni (1583 – 1637) in tal modo tutti i titoli e privilegi, fra cui quello menzionato di conte Palatino del S.R.I, passarono per eredità alla casa Compagnoni.

Profilo biografico Floriani a cura di Giuseppe Adami




Arma della famiglia Floriani




Archivio Compagnoni Floriani – Macerata (tutti i diritti riservati – all rights reserved)

Nel 1° partito d’oro all’aquila bicipite coronata di nero. Nel 2° partito: a) d’azzurro alla stella d’oro; b) spaccato d’azzurro e d’oro. Motto: Virtute ex alto agitata crescit.



Ramo 'Compagnoni Floriani'





La famiglia COMPAGNONI FLORIANI ha remote e nobili tradizioni, e fu già chiarissima in tutto il Piceno. Secondo Cronisti e Storici insigni, si denominava anticamente Azzona o Attona, derivando il suo nome dalla Gens Actia. Di essa si trovano tracce già nell’ antica Città di Helvia Recina, distrutta nel corso delle invasioni barbariche, e della quale ancora oggi esistono le rovine nella vallata del fiume Potenza, in territorio di Macerata.
Famiglia d’ ininterrotta nobiltà, documentabile per oltre nove secoli: gli alberi genealogici risalgono ad un Actio o Attone del 1055, che militò per Leone IX contro i Normanni. Un Alberto, condottiero di Federico I°, il primo ad assumere il cognome dei Compagnoni (“cognomento Compagnonus”) risulta investito del titolo comitale di Villa Magna dal 1214.
A seguito del matrimonio di Giuliano Compagnoni di Giovanbattista (1583 – 1637) con Angela di Pompeo Floriani, ultima della sua famiglia, si trasferiscono in casa Compagnoni il titolo di Conti Palatini del S.R.I., i beni, il cognome, l’arma, i titoli e i privilegi della sua casa: fra i quali, il predetto titolo comitale, conferito il 21 Ottobre 1622 dall’ Imperatore Ferdinando II° a Pietro Paolo Floriani, Castellano della Mole Adriana (Castel Sant’Angelo in Roma), Governatore dell’ arme dell’ Umbria, cavaliere Gerosolimitano, Colonnello Cesareo, condottiero ed insigne scrittore di cose militari e teatrali, ingegnere famoso, cui si debbono, le fortificazioni della città di Ferrara, della Floriana nell’ isola di Malta ed altre.