D'ATTIMIS MANIAGO
A partire dal XV secolo iniziò a delinearsi il primo nucleo di una residenza nobiliare situata al di fuori del castello. Attraverso progressive acquisizioni e interventi architettonici realizzati tra il 1513 e il 1750, questa dimora si trasformò nell’attuale Palazzo d’Attimis Maniago. Un momento fondamentale di questa evoluzione fu il matrimonio, celebrato nel 1739, tra Fabio I di Maniago e la contessa Caterina di Spilimbergo, in seguito al quale il palazzo venne profondamente ristrutturato. Furono ridefinite la facciata principale e la scalinata, costruiti un portico, una nuova ala affacciata sul giardino, una chiesa, le stalle e i granai, oltre alla realizzazione dei giardini e delle decorazioni interne. Tra gli elementi più rappresentativi della facciata spicca un affresco attribuito a Pomponio Amalteo, risalente a circa la metà del Cinquecento, che raffigura il leone di San Marco nell’atto di sorreggere lo stemma dei signori di Maniago, simbolo del legame con Venezia.
Nel 1852 il ramo principale della famiglia Maniago si estinse con la morte di Nicolò Giacomo di Maniago. Per garantire la continuità del casato, egli adottò il nipote Pietro Antonio d’Attimis, figlio della sorella Laura e del conte Giovanni Enrico d’Attimis. Da quel momento la famiglia assunse il nome di d’Attimis Maniago, dando origine alla linea che ne porta ancora oggi l’eredità storica.
La tradizione vitivinicola della famiglia ebbe inizio nel 1585, quando in occasione di un matrimonio entrò a far parte dei beni di famiglia la tenuta di Buttrio, situata nel Friuli orientale. Da allora la coltivazione della vite è rimasta un’attività centrale del patrimonio familiare, tramandata senza interruzioni per oltre quattro secoli. Oggi la tenuta si estende su circa centodieci ettari di vigneti nella zona dei Friuli Colli Orientali e rappresenta un patrimonio vivo in cui storia, tradizione e produzione enologica continuano a convivere.